Meno di quindici anni, ma comunque via libera. La Commissione europealavora al rinnovo delle autorizzazioni per il glifosate, dopo i pareri scientifici che non hanno riconosciuto la natura cancerogena del composto chimico.
Tra gli Stati membri i più critici restano Francia e Svezia, ma l’esecutivo comunitario conta di avere la maggioranza qualificata necessaria per l’approvazione della decisione attesa nei prossimi mesi.
La procedura standard per il periodo di commercializzazione e uso del glifosate è di quindici anni, ma all’interno della Commissione europea si sta discutendo sulla possibilità di permettere l’uso per un periodo inferiore.
Diverse le opzioni sul tavolo, tra queste l’ipotesi di autorizzazione decennaleappare al momento la più probabile.
L’esecutivo comunitario però non si sbilancia, dato che proposte legislative ancora non sono state messe a punto né discusse dal collegio dei commissari. Il punto rischia di non essere all’ordine del giorno per diverse settimane: a Bruxelles non ci si attende che la questione glifosate sia oggetto di riunione del collegio a breve.
La Commissione europea prima di procedere a un’autorizzazione del glifosate attende il parere di organismi scientifici. Il 15 marzo scorso il comitato per la valutazione dei rischi dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) ha emesso un giudizio preliminare secondo cui il glifosate non dovrebbe essere classificato come cancerogeno, tossico o mutageno.
Anche l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e la piattaforma formata dall’Organizzazione mondiale per la sanità (Oms) e l’agenzia per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) ritiene, al pari della autorità nazionali di Canada, Giappone, Australia e Nuova Zelanda, che il glifosate non ponga rischi di cancro.
Per la Commissione europea non ci sono le ragioni sufficienti per poter discutere le prove scientifiche, e quindi si va avanti.
L’esecutivo comunitario attende di ricevere il parere definitivo dell’Echa prima di chiedere il rinnovo delle autorizzazioni del glifosate. A Bruxelles la attendono entro fine maggio.
Una volta ricevuta una decisione dovrà essere presa entro sei mesi dalla decisione, il che vuol dire che c’è tempo fino a fine novembre perché il collegio licenzi la proposta, che poi però dovrà essere sottoposta al voto del Comitato permanente animali, piante e cibo (Paaf). Qui la parola spetterà ai rappresentanti degli Stati membri. Francia e Svezia sono tra i più critici, ma serve la maggioranza qualificata.
In questo momento nell’Ue l’utilizzo di glifosate è reso possibile dalla decisione presa dalla Commissione nel 2016, con cui Bruxelles ha esteso il periodo di utilizzo del composto chimico, approvato nel 2001 e il cui uso scadeva il 31 dicembre 2015, fino al momento del parere definitivo dell’Echa.
La Commissione a luglio dell’anno scorso ha vietato l’utilizzo del poliossietilene (Poea) per i prodotti a base di glifosate. Il Poea è stato vietato per ridurre gli impatti sulla salute umana nei parchi pubblici e giardini. Una decisione che secondo l’esecutivo comunitario mostra la serietà dei controlli e dell’approccio europeo nel momento di assumere decisioni ritenute delicate.
Questi sistemi di valutazione, controllo e decisione sono alla base della proposta che la Commissione metterà a punto prossimamente.